Come spesso mi capita, in periodo estivo mi piace leggere dei libri che parlano di storie di lupi.
Da piccolo, ricordo che per l’estate mi lasciavano da leggere almeno un romanzo. Mi piaceva, mi faceva sentire grande e la storia che ogni romanzo raccontava mi sembrava un viaggio d’avventura.
Mi è rimasta questa sensazione ancora oggi nei libri che leggo durante il periodo estivo, come se fossi in vacanza dalla scuola.
Se durante tutto l’anno leggo libri anche di altro tipo, magari più tecnici che riguardano il mio lavoro con i cani, manuali o altri, riservo per l’estate un libro più leggero e quello che sto leggendo adesso è appunto uno di questi. Si tratta di “Duemila giorni con i Lupi” di Jim e Jamie Dutcher.
Puoi trovarlo QUI.
I due autori, filmaker e studiosi della natura, hanno realizzato diversi documentari su vari tipi di animali e in questo libro raccontano come hanno trascorso duemila giorni con un branco di lupi, documentando tutto ciò che accadeva.
In realtà non è il primo libro che leggo degli autori. Il primo, “Lupi, storie di saggezza”, l’ho letto lo scorso anno nello stesso periodo e riguardava ancora storie di lupi sempre del branco di Sawtooth.
Puoi trovarlo QUI.
Quest’anno ho deciso di leggere il loro secondo libro.
Le storie sono diverse e di vario tipo e tutte ci aiutano tantissimo a comprendere l’origine del comportamento dei nostri cani.
Per questo motivo consiglio a tutti i possessori di cani di osservare i lupi, video e foto sui lupi e di leggere le storie che racconta chi ha vissuto a stretto contatto con loro.
Le informazioni che ti arriveranno saranno incredibili.
Oggi voglio parlare di una di queste storie, una di quelle che mi ha colpito di più, forse perché ho ritrovato in essa uno dei miei cani.
Motaki apparteneva al branco di Sawtooh, che gli autori osservarono per diversi anni, proprio per comprendere le abitudini e le dinamiche di branco dei lupi.
E’ proprio di una di queste dinamiche di cui si parla in questa storia e in particolare della storia di questa femmina di lupo che aveva assunto il ruolo di omega.
Si parla spesso di Leader e di cane alfa, ma cosa c’è oltre l’alfa? Che ruolo hanno gli altri lupi e quanto sono importanti per la sopravvivenza del branco?
Ormai sappiamo che la struttura gerarchica di un branco di lupi ha una forma piramidale, sulla cui cima risiede la coppia alfa, maschio e femmina. Via via che si scende ci sono diversi ruoli sempre meno “importanti”, dal punto di vista gerarchico ma, direi io, non meno importanti per il loro contenuto.
Ed è proprio del meno “importante” di cui voglio parlarti oggi, colui o colei che sta alla base della piramide: l’omega.
Chi è il lupo o cane omega?
Ti riporto qui di seguito un brano del capitolo del libro che racconta la storia di Motaki, il lupo omega del branco di Sawtooh.
“[…]
Dove c’è un alfa, deve esserci anche un omega. Tuttavia, mentre la posizione alfa viene ricercata e ottenuta dal maschio e dalla femmina dominanti, il rango omega viene imposto ad un individuo dal resto del branco.
[…]
L’individuo omega non ha alcun controllo sulla propria disgraziata condizione; ciononostante un omega, così come un alfa, sembra dotato fin dalla nascita di determinate qualità che lo rendono adatto a quel ruolo. Nessun’altra posizione all’interno del branco richiede altrettante capacità di diplomazia e adattamento.”
Queste poche righe mi fanno pensare che, anche se il ruolo di omega è “imposto” dal branco, in realtà sono le qualità del singolo soggetto che lo portano a ricoprire un ruolo preciso al suo interno.
Se un individuo, dato il suo carattere, si comporta da leader, verrà eletto leader dal branco, proprio perché se lo merita, in qualche modo ogni individuo sposa il posto del branco che più fa al caso suo.
Il leader è leader per natura e probabilmente non potrebbe ricoprire altro ruolo che quello. Lo stesso vale per gli altri ruoli e per l’omega. Le caratteristiche caratteriali del soggetto che diventa omega non potevano che fargli ricoprire quel ruolo.
“[…] Nel branco di Sawtooth l’omega era chiaramente Motaki, una briosa femmina scura dai penetranti occhi gialli. Pur essendo periodicamente oggetto degli attacchi del resto del branco, Motaki non era un’emarginata. Sapeva di essere l’ultima ad avere accesso al cibo, ma non ci fu mai alcun dubbio sulla sua appartenenza al branco. Ululava insieme agli altri e si univa a loro al momento del pasto, anche se di solito era costretta ad aspettare che le permettessero di mangiare. Ma soprattutto, Motaki era quella che riusciva a mettere di buonumore i compagni e li faceva giocare. Sembrava che spettasse a lei, in quanto omega, garantire la serenità del branco e lo faceva di buon grado.”
Un lupo (cane) che ha un senso di appartenenza ad un branco (famiglia) sapendo esattamente che ruolo ricopre, è un lupo sereno e felice, anche se il suo ruolo gerarchico è il più basso. Osservare un omega da i suoi frutti anche sulle dinamiche di interazione dell’intero branco.
Probabilmente tutto ciò non troverà riscontro nel tuo cane proprio perché ne hai uno solo. Ma conoscere come un branco è strutturato in base al carattere e alla personalità del singolo individuo, ti aiuta a comprendere cosa sarebbe il tuo cane se fosse in un branco reale. Sapere esattamente come è composto il nostro branco famiglia è fondamentale. Non mi riferisco al semplice elenco degli elementi che compongono il nostro branco/famgilia (due umani+cane+gatto+criceto ecc.) ma all’esatto ruolo che ognuno di noi ha all’interno del gruppo. Avere questa consapevolezza, noi come umani e il cane come cane, aiuta tutta la macchina a funzionare serenamente.
La storia di Motaki, che non racconto per intero per ovvie ragioni, mi ha fatto ricordare tanto la mia Sissi, una femmina di Labrador dal carattere dolce, rispettoso e spesso, remissivo.
Nel mio branco di cani che compongono i soggetti dell’allevamento, ritrovo spesso i vari ruoli gerarchici che si troverebbero in natura in un branco di lupi o di cani di strada. Mi piace molto osservare il mio branco, mi fa imparare molto di più di un corso di cinofilia o di 10 libri.
L’osservazione di ciò che abbiamo davanti, che sia il nostro cane o un nostro intero branco se ne abbiamo uno a disposizione, è uno strumento fondamentale per crescere nella conoscenza della lingua e dei comportamenti dei cani.
La mia Sissi, è ancora oggi, un soggetto molto docile, le si legge il sorriso negli occhi anche se, negli anni, diverse volte ho assistito a scene in cui veniva psicologicamente maltrattata dagli altri membri del branco.
Mi è capitato di assistere a scene di tensione tra i miei cani che sfociavano in una reazione su Sissi anche se non era mai responsabile di alcuna tensione. Altre femmine la montavano solo per manifestare il proprio status superiore.
Mi ricordo ancora di Doxy, la mia prima femmina di labrador molto tenace come carattere e sicuramente non un omega, che spesso se la prendeva con Sissi, solo perché era Sissi.
Ritrovo molto le scene descritte nel libro dei Dutcher a proposito di Motaki. Ma ciò non toglieva mai il sorriso a Sissi, era sempre li disponibile per tutti, pronta a giocare, con i cuccioli e con gli adulti che avrebbero voluto rilassarsi un po’. Era decisamente un membro del branco a tutti gli effetti, proprio come Motaki. Di contro, ricordo anche i tanti momenti in cui la trovavo avvinghiata con Doxy o con qualcun altro del branco in uno stretto abbraccio per condividere un sonnellino in un freddo pomeriggio di inverno.
All’inizio mi meravigliavo, non capivo come un cane considerato l’ultima ruota del carro in alcuni momenti, potesse essere così integrato nel branco in altri.
Beh, studiando ed osservando, mi resi conto che l’omega, apparentemente un ruolo marginale, ha invece, una rilevanza fondamentale. Possiamo definirlo come una valvola di sfogo, un filo di terra che stempera uno stato d’animo troppo elevato, che distrae il branco da un momento di tensione e che propone un gioco al momento giusto: una sorta di giullare pronto a mantenere serenità all’interno del gruppo.
Osserva il tuo cane. Anche se ne hai uno solo, cerca di capire chi hai davanti, che carattere ha? Che relazione ha con gli altri elementi del tuo branco, anche se è l’unico esemplare di cane domestico?
L’osservazione costante dei miei cani mi ha fatto scoprire ogni singolo lato di loro e ciò mi permette di interagire in maniera corretta in relazione al carattere e al ruolo che hanno. Tenere conto di ciò che potrebbe piacergli e cosa no o di come potrebbe reagire, mi aiuta ad aiutarlo in ogni momento, rispettando sempre la sua personalità.
Un cane non è solo un cane, ma un essere vivente pensante che soffre, gioisce e prova emozioni. Spetta a noi capire quali.