INTRODUZIONE
La routine igienica è uno dei primi aspetti che affronto durante le mie consulenze. Che si tratti di un cucciolo o di un cane adulto, verifico sempre che la routine sia a posto.
Molti cani hanno confusione sul dove e quando sporcare e questo crea stress anche se in natura i cuccioli sanno già dove farlo, è una specie di istinto naturale che li porta ad usare i luoghi marginali del territorio.
Esistono delle aree dedicate all’espletamento della routine igienica e queste sono quelle aree in cui i cani non abitano. Per abitare intendo tutte quelle azioni che riguardano il dormire, il mangiare, il giocare e il sostare con gli altri membri del branco.
Un cane che non sa dove sporcare soffre e questa sofferenza potrebbe portare ad ulteriori problemi comportamentali di altro tipo, come lo sporcare all’apparire del proprietario.
Apparentemente sembrerebbe un problema legato alla routine igienica, ma come mai il cane è capace di trattenere anche per ore quando è da solo e una volta in presenza del proprietario sporca?
PROBLEMA DENUNCIATO DAL CLIENTE E PROBLEMI REALI
Mi ricorda tanto la storia di Mia, una Golden Retriever di 4 mesi e mezzo e della sua compagna umana Barbara.
Per quanto riferitomi da lei alla prima consulenza, l’allevamento le aveva dato una cucciola di 4 mesi e mezzo, appunto Mia, “già abituata al kennel e a sporcare sul vetbed”.
Il primo motivo per cui Barbara mi aveva contattato era quello di risolvere il problema della gestione della passeggiata. Come spesso succede, Mia tirava al guinzaglio e questo era veramente difficile da tollerare per Barbara.
Durante il primo incontro è emerso che Mia non aveva ancora consolidato una corretta routine igienica, cosa di cui Barbara non mi aveva ancora parlato, ritenendo più opportuno riferire per primo, come più grave, il fatto che Mia tirasse al guinzaglio.
Mi capita spesso di essere contatto per un problema e di scoprire poi, che le difficoltà sono diverse e molte hanno la precedenza sul problema denunciato dai clienti.
Il fatto che Mia fosse in completa confusione riguardo il dove e quando sporcare, non solo non poteva essere trascurato, ma portava un altissimo livello di stress al cane che ne avrebbe risentito anche in passeggiata.
Un cane che prova un disagio e che ha una totale confusione su una attività quotidiana come lo sporcare destabilizza tutto l’equilibrio mentale del cane, tanto da influenzarne il resto della vita.
Pertanto, una volta portata all’attenzione di Barbara e della sua famiglia la necessità di mettere a posto prima di tutto la routine igienica, iniziammo a lavorare subito sul tema.
Dovevo conoscere bene le abitudini quotidiane di Barbara, di Mia e della sua famiglia, più sapevo e più li avrei potuti aiutare.
La routine igienica è come una ricetta, prevede diversi ingredienti che vanno gestiti tutti insieme nei tempi e nel modo corretto.
Questo è ciò che la maggior parte dei possessori di cani non sa e si affida all’idea che portare il cane fuori sia sufficiente: purtroppo non basta.
Mia, a quasi 5 mesi, sporcava ancora sul vetbed, cosi come abituata in allevamento.
Per intenderci, il vetbed è una sorta di tappetino assorbente che si usa per i cuccioli in cassa parto fin dalla nascita. Costituito da una parte inferiore di gomma, per evitare che scivoli sul pavimento e da una parte superiore con pelo, simile alla moquette, che permette di assorbire gli escrementi del cucciolo appena nato, lasciandolo allo tesso tempo asciutto e al caldo.
Io li uso per i cuccioli fino all’età di circa 20 giorni che avendo escrementi perlopiù liquidi possono drenare facilmente
Ciò che Barbara ha ereditato è stata l’abitudine di Mia di sporcare sul vetbed ancora a 5 mesi e questo dovuto, per quanto riferitomi, da un suo uso prolungato in allevamento.
Sta di fatto che Mia aveva preso la cattiva abitudine di sporcare sul quel materiale come se fosse una traversa igienica.
SOLUZIONI ADOTTATE
Prima di tutto ho consigliato di eliminare fin da subito ogni sorta di supporto per sporcare. Questo avrebbe mandato a Mia il messaggio che non era più consentito sporcare in casa.
Non vedendo più il vetbed il cane avrebbe potuto cominciare a limitarsi nello sporcare dove non doveva.
Avevo anche consigliato a Barbara di trascurare completamente ogni sporco di Mia evitando di ripulire in sua presenza, mettendola da parte e di pulire senza farsi vedere.
Già questo portava a dei problemi organizzativi.
Ho consigliato di usare il kennel come aiuto per impedire a Mia di accedere ai luoghi dove aveva sporcato mentre venivano puliti. Se siamo soli è difficile pulire mentre abbiamo il cane libero tra i piedi. Allora un’altra stanza o il kennel potrebbero aiutarci moltissimo nel tenere buono e tranquillo il nostro cane in attesa che sia tutto pulito.
La gestione dello spazio della casa e dei percorsi entra in gioco anche nella storia di Mia.
Durante le nostre consulenze, Barbara mi ha riferito che suo marito aveva l’abitudine di alzarsi molto presto per lavorare. In tale occasione Mia assiste alla routine di inizio giornata del marito, senza emettere alcun comportamento indesiderato, cosa che invece faceva quando Barbara si svegliava.
A quel punto, Mia cominciava ad agitarsi e a sporcare dentro il kennel.
Lo sporcare di Mia non poteva essere legato soltanto alla routine igienica e quindi al fatto che non fosse ancora in grado di trattenere bene gli stimoli, perché altrimenti avrebbe avuto modo di sporcare già un’ora prima al risveglio del marito.
Ho proposto quindi di rivedere tutta la routine di Barbara e trovare al suo interno quell’elemento che spingeva il cane a sporcare ma non c’era nulla che Barbara facesse tanto da innescare il disagio.
La mattina successiva ho voluto tentare di coinvolgere il marito nel tentativo di risoluzione di questo problema. Dalla sua postazione di lavoro poteva vedere benissimo il cane e ciò che avrebbe fatto al primo segno di risveglio di Barbara.
Gli ho chiesto di fare un brutto suono, quasi casuale, al primo cenno di Mia di sporcare.
Il cane avrebbe fatto una brutta associazione e probabilmente non avrebbe ripetuto più quel comportamento.
ATTENZIONE, non è questo il metodo e l’unica soluzione per insegnare al cane una corretta routine igienica.
Sostanzialmente stavamo cambiando la sequenza della routine mattutina di Barbara per rompere lo schema mentale che Mia aveva già consolidato.
Parallelamente affrontai un altro tema, il fatto che Mia dormisse da sola in una camera della casa invece che con uno dei proprietari.
La motivazione di Barbara era legata al fatto che Mia toccava diversi oggetti in camera da letto e la paura che si danneggiassero li ha portati a dedicare a Mia una zona del soggiorno durante la notte.
Chiesi a Barbara se le avrebbe fatto piacere dormire con il cane in camera assicurandole che non avrebbe toccato nulla e la risposta fu: “Si, certo”.
Il dormire con il cane in un suo posto dedicato vicino a noi, magari nel kennel o in un suo cuscino, lo aiuta tantissimo.
Per tale motivo mi assicurai di riferire a Barbara i benefici di tale condizione e non ho insistito più di tanto, in quanto ogni decisione riguardante la gestione del cane deve essere maturata e tornammo, dunque, al nostro piano iniziale sulla routine igienica.
Dopo un periodo di assenza dei proprietari per via di una vacanza in cui Mia si era comportata perfettamente, al rientro a casa aveva ripreso a sporcare davanti ai proprietari che, vedendosi smarriti, le dicevano continui “No!”. Non comunicando bene nella lingua del cane, non avrebbero ottenuto granché se non il rinforzare quel comportamento di Mia che sentendosi ancora di più non compresa lo avrebbe manifestato sempre di più per stress.
RISULTATI OTTENUTI
Tuttavia il piano strategico di inserire delle variazioni sulla routine mattutina della famiglia aveva in parte funzionato, infatti una mattina Mia non aveva sporcato nel kennel al risveglio di Barbara la quale la aveva portata fuori ma senza successo. Era sicuramente un passo in avanti ma non ancora una vittoria completa.
Ma è stato in occasione dell’ultima consulenza che Barbara mi ha riferito che, per una serie di circostanze legate ad un isolamento del marito in casa per via del Covid, aveva deciso di dormire sul divano in soggiorno con il cane e in quell’occasione aveva potuto constatare che Mia non aveva sporcato, ne la mattina seguente ne le successive.
Ecco che il mio piccolo precedente accenno al beneficio del dormire con il cane aveva preso forma. La nostra presenza, specialmente durante la notte, una presenza spenta e rilassante, perché dormiamo e senza occasioni di stimolare male il cane, influenza positivamente i suoi comportamenti. Inoltre le nuove capacità di comunicazione con il cane da parte di tutta la famiglia aveva consolidato la loro relazione che adesso era sana e aveva eletto i membri umani leader e il cane gregario.
Da qui un cane che finalmente si ricongiunge con il suo branco, riconosce nei compagni umani figure di riferimento di cui fidarsi e acquista sicurezza ritrovando il suo equilibrio.
Da quel momento Mia non ha sporcato più in casa e anche il primo problema denunciato, il tirare al guinzaglio, si è risolto magicamente.
Clicca QUI per vedere Barbara e Mia serenamente a passeggio.